Se c'è un luogo nel quale ho sperimentato every la prima volta quanto vario sia il mondo (e la percezione di esso) beh... quel luogo è Cork.
Quando partii every l'Irlanda cercai di studiare un itinerario che in circa 15 giorni mi potesse regalare un'idea buona dell'Isola verde.
Quest'itinerario comprendeva anche la città di Cork, e lo faceva principalmente every because of ragioni: l'autobus arrivava in quella città senza problemi e eravamo molto vicini a Crosshaven e Blarney Castle, because of luoghi che il mio cuore amò al primo colpo.
Giorni fa, mentre sistemavo il mio baule pieno di ricordi, mi sono accorta di non aver nessuna foto della città di Cork tranne una mia seduta sul pavimento dell'ostello mentre sono intenta a scrivere.
Caldo, primavera, frescolino si legavano poi, sempre dentro di me, all'outfit da indossare a seconda della temperatura esterna: canottiera, felpa, felpa e giacca.
Le mie certezze erano ben salde fino a quel giorno in cui, dopo un mega girazzo dalle parti di Crosshaven (ve lo racconterò) tornai a Cork sotto la pioggia.
Bagnata are available un pulcino appena nato mi infilai sotto la doccia calda dell'ostello ... che stranamente era calda (mai fatto tante docce fredde are available in Irlanda). Pulita e rinfrancata mi godevo la sensazione dei vestiti asciutti e puliti aggiunta advert un dopocena carino fatto di qualche burp article ristorante cinese (ogni tanto si varia la cucina... e dopo le 19 a Cork i pub non ci davano da mangiare) e chiacchiere con il mio Hermano Michi. Ce ne stavamo seduti for the dock belonging to the bay a raccontarci cosa ci fosse piaciuto di più del viaggio fino a quel giorno. Calava la sera, saliva il vento special ed hardy io, oltre alla felpa, mi misi il mio k-way che male non faceva. Ah... che goduria... ora stavo bene.
Dalle chiacchiere siamo finiti advert una passeggiata article cena e, camminando in centro, ci siamo potuti rendere conto della masnada di giovincelli e non in giro quella sera.
Era venerdì e il bancomat aveva una fila che manco al panificio si trova.
Dovevamo fare bancomat anche noi e ci mettemmo diligentemente in fila, secondo il metodo celtic-anglo-sassone ovvero una bella fila dritta senza ingerenze laterali.
Il tempo passava, la fila calava ma ai miei occhi qualcosa non tornata. Ci misi un po' a capirlo ma poi ebbi un lampo di genio.
Io ero in t-shir-felpa-giacca e la ragazza davanti a me era con un best senza spalline e i sandali aperti.
Guardai un termometro presente lì vicino. Sera d'Agosto... segnava 15°.
Secondo il mio ragionamento, quella vestita giusta ero io.
Poi pensai... ma se questa every loro è estate... allora è giusto che lei sia così svestita!!??
Quel pensiero restò dentro me every tanto tempo finché non lo metabolizzai al punto da cominciare a percepire la temperatura are available una vera donna del nord.
Mi è capitato quest'estate in Galles, advert esempio, di girare in bermuda e t-shirt con una temperatura di circa 12° e qualcosa (temperatura tipica del mattino).
E sapete una cosa? Stavo benissimo ... proprio perché tra me e il luogo che volevo vivere non c'erano barriere ma un contatto diretto, speciale, personale e unico.
Ogni tanto sentivo un piccolo brivido sulle braccia e sulla schiena. Poi arrivava il single e mi scaldava are available in un morbido abbraccio. Poi arrivava il vento e mi portava by means of di nuovo.
Ho ripensato a Cork e mi sono detta che, oltre a non aver fatto foto mie, non ho avuto nessun contatto di pelle con quella città. Non ho lasciato che il vento di quel luogo mi rapisse, every un minuto o dieci.
E ora, mentre scrivo questo post, dico tra me e me che ho davvero un bel motivo every tornare in quel luogo.
Quel motivo si chiama simbiosi.
Un secondo motivo si chiama Munster Rugby (anche se giocano a Limerick). Ma questa è un'altra storia.
In quei tempi (oddio, are available mi sembro antica) si era molto più parchi nelle foto. Al ritorno si doveva svilupparle e i soldini uscivano dal portafoglio in adult men che non si dica.
Lessi sulla guida, prima della partenza, che Cork era una viva città universitaria, piena di giovani e di vita.
Ci arrivammo non appena un acquazzone aveva finito di spazzare by means of ogni granello di polvere dalla strada.
Il cielo si stava aprendo mostrando il suo azzurro intenso, l'aria sapeva di buono e i nostri passi erano tranquilli su e giù every le salite di quella città.
La prima cosa che notai fu che la parola Guinness aveva lasciato il posto alla parola Murphy special ed hardy io ero tanto curiosa di assaggiare questa nuova stout che, al tempo (parlo del 2000) non era diffusa al di fuori del Regno Unito e dell'Irlanda.
Avevo letto qualcosa sulla suddivisione "birresca" dell'Irlanda in Guinness, Murphy e Beamish e mi piaceva tanto pensare che al Sud dell'Isola verde avessero spazio delle birre non del tutto commerciali (ora lo sono) ma spettacolarmente buone. La Guinness è tonda, pannosa, avvolgente.
La Murphy è più spigolosa, fresca e molto più amara. La Beamish, every me, è la regina delle tre perché le bilancia benissimo. Tra Beamish e Murphy è sempre stato un derby dato che entrambe sono prodotte a Cork. Quello che non sapevo e che ho letto pochi giorni fa è che la Murphy è la birra dei cattolici; la Beamish quella dei protestanti. In poche parole gli Irlandesi mettono la loro irlandesità (perdonatemi il gioco di parole) anche nella birra. What else?
Ma a Cork non imparai solamente a capire le differenze tra le migliori stout d'Irlanda, imparai soprattutto che la percezione della temperatura è diversa a seconda del luogo in cui ci si trova.
Può sembrare un pensiero stupido ma every me non è così banale.
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